LATERZA: PIETRO IN CAMMINO VERSO LA LUCANIA….
Siamo a Laterza, la porta sul Materano della provincia tarantina, nelle vicinanze del tracciato della Via Appia. Il suo nome evoca un passato remoto avvolto dal mito, con la presunta fondazione dovuta a Laerte, padre di Ulisse, oppure ai soldati della terza legione romana (
Tertiani), oppure semplicemente al suo carattere latente
(Latentia), ovvero nascosto tra le grotte della sua gravina. E tra i numerosi antri che si aprono nel paesaggio rupestre laertino, emerge un complesso di grotte chiamate
Grotte di San Pietro, che, secondo la tradizione locale, recherebbero il nome del Principe degli Apostoli, proprio perché, forse, lo avrebbero ospitato durante un suo viaggio evangelizzatore verso Matera, provenendo da Taranto. La tradizione petrina è, infatti, molto forte nel materano, come dimostra la presenza di un santuario petrino in entrambi i Sassi, ovvero la Chiesa di San Pietro Barisano e la Chiesa di San Pietro Caveoso.
Nel cuore del complesso ipogeo delle Grotte di San Pietro, sotto il pianoro di San Pietro, si trova l’affascinante
Cantina Spagnola. Si tratta di un luogo profano, nato però come chiesa rupestre dedicata allo stesso San Pietro. L’originaria chiesa rupestre scavata nella roccia divenne infatti una locanda , con l’arredo decorativo sacro che andò a mischiarsi a quello profano. Probabilmente la trasformazione iconografica avvenne nel 1664, anno riportato da un’iscrizione nella sala centrale del primitivo luogo di culto, quando il feudo laertino apparteneva al marchese Antonio Perez Navarrete, membro dei cavalieri dell’Ordine degli Alcantara. L’originario luogo di culto cristiano divenne, infatti, luogo di riunioni segrete ed investitura dei cavalieri. Ai resti degli affreschi a carattere sacro dell’originaria chiesa (frammenti di una Vergine col Bambino, la cacciata dal Paradiso terrestre, una teoria di sacerdoti), si affiancano quelli di armigeri e donne in amore che fanno risaltare il carattere profano assunto dal luogo, nel quale il fascino ed il mistero trovano l’apice nelle sculture ad altorilievo, come gli inquietanti mascheroni apotropaici e la figura di un cavallo scolpiti sulle pareti.
Il
MuMa (Museo della Maiolica), ubicato tra le sale dello splendido
Palazzo Marchesale, rifacimento cinquecentesco opera dei Marchesi D’Azzia di un precedente castello medievale del XIV secolo, è uno scrigno delle splendide maioliche laertine, fiore all’occhiello dell’arte ceramica locale sin dal XVII secolo; esso cutodisce una preziosa
maiolica con l’immagine di San Pietro e San Paolo.