Lucera

LUCERA: DOVE PIETRO SI BAGNO’ NEL VULGANO
Siamo a Lucera, l’antica Luceria che fu fedele alleata dei romani sin dai tempi delle guerre sannitiche e del celebre episodio delle forche gaudine; qui, nelle campagne della cittadina dauna, transita il fiume/ torrente Vulgano, luogo dove secondo la tradizione intorno al 60 d.C. San Pietro  si sarebbe bagnato le vesti e avrebbe battezzato i primi cristiani del luogo, tanto che la zona è ancora oggi conosciuta come la contrada San Pietro in Bagno, dal nome dell’omonima chiesa che qui sarebbe sorta a tale ricordo e che sarebbe esistita sino al XIII secolo. E’ possibile incrociare il Vulgano, lungo circa 50 Km, presso la frazione di Lucera chiamata Palmori, a circa 5 Km da Foggia, un’antica zona acquitrinosa oggi bonificata.
Tra i tanti battezzati dal Principe degli Apostoli presso il Vulgano, c’era colui che Pietro nominò primo Vescovo di quella nuova comunità cristiana, San Basso, uno dei coloni romani inviati a ripopolare la fedele Luceria e che avrebbe poi trovato il martirio a Roma sotto l’imperatore Traiano.
San Basso avrebbe fatto erigere in onore del passaggio di Pietro presso il Vulgano la primigenia chiesa di Lucera, la Chiesa di San Pietro in Bagno, che a distanza di mille anni sarebbe stata officiata dai monaci benedettini; finchè non fu abbattuta nella prima metà del XIII secolo (1232) e secondo la tradizione i suoi resti furono reimpiegati per l’edificazione del più famoso monumento di Lucera: la Fortezza Svevo-Angioina, i cui lavori iniziarono solo un anno dopo la scomparsa della Chiesa.
La fortezza si trova sull’altura del Monte Albano, sin dalla preistoria un punto stratregico che domina il Tavoliere,  che ha fornito un ricco palinsesto archeologico che comincia infatti sin dal neolitico,  per poi proseguire  con la cittadella romana ed arrivare verso una delle più grandi piazzaforti medievali d’Europa; Federico II di Svevia nel 1233 (un anno dopo l’abbattimento di San Pietro in Bagno)  diede avvio ai lavori di un sontuoso Palatium imperiale, un  possente Palazzo torre, simbolo del potere imperiale e della comunità saracena qui impiantata per volere dell’Imperatore, la Civitas Saracenorum ; a distanza di circa quarantanni gli Angioini dopo aver conquistato la città,   inglobarono il palazzo federiciano in una imponente cinta muraria lunga quasi un Kilometro ed intervallata da circa  venti torri di varia forma; tra queste, due soli torrioni circolari, la Torre del Leone ( del Re) e la Torre della Leonessa (o della Regina), che racchiudono il prospetto con l’ingresso principale della Cittadella angioina, che si affaccia verso la città,  la Porta Lucera ; l’appellativo “della Leonessa” si deve al fatto che su una delle mensole della Torre residuano le tracce delle zampe anteriori di una leonessa; gli ingressi alla cittadella erano quattro:  Porta Lucera (est) , Porta Troia, Porta Guardiola e Porta Castel Fiorentino. Del palazzo federiciano si conservano solo alcuni resti, una struttura quadrangolare che si innalzava per tre livelli su un basamento troncopiramidale (quest’ultimo forse però un’aggiunzione angioina), situati nell’angolo di N-E della cinta turrita angioina. Il complesso, oltre che  per la sua monumenatlità, si segnala per i numerosi segni di età romana presenti sia all’esterno che all’interno; lungo il fronte settentrionale della cinta turrita, emerge ad esempio un muro le cui caratteristiche costruttive fanno pensare all’età romana, così come all’interno, oltre ai resti del Palatium federiciano, sono presenti numerosi frammenti architettonici (fregi, colonne…) della Luceria romana. Inoltre, lo stipite della Porta Principale (Porta Lucera), poggia su un probabile reimpiego di età romana, come si evince dai resti di un’epigrafe in latino leggibile in esso. Da notare come la Porta Principale si apra trasversalmente alla cinta muraria, probabilmente per facilitare la difesa.
Dopo la conquista da parte degli Angioini e l’arrivo di coloni provenzali e peninsulari,  Lucera fu  ribattezzata Città di Santa Maria (Civitas Sanctaa Mariae), ancora oggi Patrona della città insieme a San Basso, per cancellare il passato “infedele” islamico e rinverdire una tradizione cristiana cominciata col presunto passaggio del Principe degli Apostoli.
All’epoca del passaggio di Pietro, sin dall’età augustea, Lucera mostrava un imponenente Anfiteatro Romano, ancora oggi esistente, dalle notevolissime  dimensioni (arena circa m 75 x 43, pianta ellittica m 126 x 94), in grado di ospitare circa 18000 spettatori. Più antico dello stesso Colosseo, può considerarsi la testimonianza di epoca romana più importante dell’intera Puglia. Fu edificato in onore dell’imperatore  Augusto e della fedele colonia di Luceria, come attesta l'iscrizione posta sugli architravi dei portali di ingresso. La prima campagna di scavo dell’Anfiteratro, visibile  in Viale Augusto, risale al 1932, fu diretta da Quintino Quagliati; l’ingresso all’area archeologica si ha nei pressi di uno dei due portali d’ingresso, disposti simmetricamente agli estremi dell’asse maggiore della pianta ellittica del complesso.
Quando Pietro giunse a Lucera, trovò una colonia in cui proliferavano i culti pagani; tra questi c’era Cerere, dea delle messi, a cui era dedicato un tempio che fu cristianizzato dopo il passaggio di Pietro; sarebbe stato infatti San Pardo, Vescovo di Lucera succeduto a San Basso, a ridedicare l’antico tempio pagano alla Madonna della Spiga, in cui la spiga sembrerebbe rievocare proprio l’antico culto precristiano di Cerere. La Chiesa attuale è un rifacimento della seconda metà del XIX secolo, in quanto l’antica cappella voluta da San Pardo era ormai fatiscente. All’interno si conserva l’affresco della Vergine risalente al XV secolo.